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Adone nasce dal rapporto tra Cinira, re di Cipro, e la figlia Mirra, con cui il re giace per dodici notti senza conoscerne la vera identità. Quando scopre che l’amante è la propria figlia, il re tenta di ucciderla. Mirra riesce a fuggire e, dopo aver molto vagato, esausta implora gli dei di trasformarla in un essere che non appartenga né al regno dei vivi né a quello dei morti. La giovane viene quindi trasformata nell’albero della mirra. Il bimbo, frutto dell’unione incestuosa, viene alla luce rompendo la corteccia dell’albero con l’aiuto della dea del parto, Lucina, ed è chiamato Adone.
Venere, colpita dalla bellezza del fanciullo, prende il neonato sotto la sua protezione e lo affida alle cure di Proserpina, che però a sua volta s’innamora del bambino e si rifiuta di riconsegnarlo a Venere.
A risolvere il contrasto interviene Giove, stabilendo che Adone viva una parte dell’anno con Venere e una parte con Proserpina.
Al suo mito è legata la raffigurazione del ciclo delle stagioni: la morte della natura in inverno e la sua rinascita in primavera.
Ovidio racconta che Venere si innamora di Adone colpita da una freccia scoccata per errore da Amore.
Il giovane morirà ucciso da un cinghiale durante la caccia.
Il mito racconta che dallo sgorgare del suo sangue siano nati glia anemoni.
Il culto di Adone, di origine asiatica, si diffuse in Grecia in epoca ellenistica; le Adonie avevano una durata di otto giorni e celebravano l’unione di Adone e Venere e la loro separazione.
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